Storia di una resistenza
Quante volte abbiamo preferito un pomeriggio di shopping ad un ingresso al museo?
Quante volte abbiamo fiancheggiato una bellezza architettonica e avevamo gli occhi puntati sullo smartphone?
Quante volte abbiamo dato per scontate le bellezze del nostro territorio?
Ad oggi ci troviamo ad affrontare una durissima realtà, in cui siamo privati della cultura del nostro paese. Serrati nelle nostre case possiamo goderci solo la vista che ci offre la nostra finestra e in qualche modo rimpiangiamo tutte le volte che non ci siamo soffermati nella piazza della nostra città semplicemente per guardarci attorno.
L’emergenza ha costretto alla chiusura prolungata di ogni attività per oltre un mese. In un clima di totale lockdown a risentirne non sono solo le aziende culturali ma anche i nostri occhi e la nostra creatività.
Restiamo a casa e resistiamo! Una resistenza che, simile a una guerra fredda, costante e imperterrita, è atta a ricordare. Ricordare le bellezze della nostra Italia, le ricchezze dei nostri musei, l’ardire dei nostri designer, le inventive dei nostri creativi.
Resistenza culturale “è”, in ultima analisi, atto d’amore.
Resistenza culturale è amore per la bellezza in tutte le sue forme, milioni di forme. È qualcosa per cui vale la pena battersi, dedicare tempo, energie, risorse. È far vedere questa bellezza alle altre persone, magari troppo prese dai ritmi frenetici e un po’ alienanti della quotidianità. È accettare che magari pochissime di queste persone la vedranno.
Giorgio Arcari – Ora e sempre resistenza, anche culturale – 10 Luglio 2017
C’è chi sgancia bombe, chi protesta animatamente, chi pur di farsi sentire ferisce gli altri, noi ci difendiamo con la resistenza culturale. Teniamo a farvi sapere che l’arte, il design, l’architettura e qualsiasi altra forma di bellezza non è morta. Vive e sopravvive a tutte le avversità che gli si presentano. Continua ad esistere nei nostri ricordi e a prosperare all’interno delle abitazioni, dove c’è qualcuno che continua a dipingere, dove c’è qualcuno pronto a metterla in discussione, dove c’è qualcuno pronto a ricordarla.
Già in passato l’Italia ha subito gravi danni ma è sempre riuscita a risollevarsi. Così l’arte sopravviverà a tutto questo trasferendoci le emozioni che ci ha sempre regalato.
Probabilmente, quando ne usciremo, guarderemo al mondo con occhi diversi. Ci soffermeremo di più, non guarderemo solo ma osserveremo. Saremo certi di non perdere di vista le bellezze che ci circondano, compresa quella scultura davanti alla quale siamo sempre passati ma di cui non conosciamo nemmeno l’autore.
Rivoluzione è anche resistenza!
La cultura non si ferma